Verso una cultura dei pagamenti responsabili: le imprese meglio della PA

La Commissione Europea ha avviato un processo di revisione della Direttiva contro i ritardi di pagamento, finalizzato ad aumentarne l’efficacia nel contrastare i pagamenti tardivi, promuovere l’uso di strumenti di pagamento moderni, costruire un contesto imprenditoriale favorevole alle PMI e ai pagamenti puntuali e aumentare l’incisività e la rapidità dell’enforcement (https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13665-Late-payments-update-of-EU-rules_en).

Fra gli obiettivi della Commissione vi è anche quello di dare seguito all’invito del Parlamento Europeo di stimolare un deciso cambiamento verso una cultura dei pagamenti puntuali (cfr. Risoluzione del 17 gennaio 2019).

Nella prospettiva del cambiamento “culturale”, assumono certamente rilievo i “comportamenti” dei debitori ancora più che i tempi di pagamento: Assifact ha da tempo avviato un osservatorio che, attraverso le percezioni degli Associati, dal loro punto di vista privilegiato, può aiutare a inquadrare lo stato dell’arte nelle relazioni di credito di fornitura, in particolare con riferimento proprio ai comportamenti dei debitori ceduti (https://www.assifact.it/credifact/indagine-sui-comportamenti-dei-debitori/).

Nell’ultima rilevazione (1° semestre 2022) è emerso come in Italia la cultura dei pagamenti responsabili sia un obiettivo ancora piuttosto lontano. In questo percorso, le imprese appaiono più avanti rispetto alle pubbliche amministrazioni: esse pagano con tempi più coerenti con i termini di pagamento, avvisano più spesso dei ritardi nel pagamento, sono più propense a motivarne le ragioni e sono in generale più trasparenti nella comunicazione con i fornitori.

Gli enti pubblici, pur dovendosi evidenziare una significativa disomogeneità di comportamento nella categoria e nonostante un trend di miglioramento evidente nei tempi di pagamento in corso negli ultimi anni, spesso adottano comportamenti meno trasparenti, risultano lenti e farraginosi nelle procedure richieste dalla legge di verifica delle forniture e sovente non indicano il dettaglio delle fatture nei pagamenti, generando significativi oneri operativi nel creditore per la corretta allocazione. Uno “storico” punto debole della Pubblica Amministrazione risiede nella comunicazione con i creditori: in questo ambito, è stato registrato qualche miglioramento.

Il lavoro della Commissione Europea quindi è ancora lungo, soprattutto se l’idea (giustamente) non è semplicemente comprimere i ritardi di pagamento, ma promuovere una vera e propria “cultura dei pagamenti responsabili”, nell’ambito della quale certamente può trovare spazio anche l’incentivazione a maggiore trasparenza, comunicazione e correttezza da parte dei debitori nelle relazioni di credito commerciale.