La sostenibilità quale strategia nei rapporti di factoring
Sostenibilità ambientale, responsabilità sociale, eticità nel business sono ormai fra i principali criteri sulla base dei quali l’azienda viene valutata. Il mondo della finanza è consapevole che gli ESG sono fattori capaci di condizionare il business, di determinare il successo dell’azienda nel lungo periodo. Nell’eseguire il monitoraggio della qualità creditizia vanno considerati anche indicatori focalizzati su fattori ambientali, sociali e di governance. Anche il settore del factoring si muove in questa direzione
Sostenibilità ambientale, responsabilità sociale, eticità nel business, noti con l’acronimo ESG, sono ormai, innegabilmente, uno dei principali criteri sulla base dei quali l’azienda viene valutata, e non solo dai propri clienti, ma da tutti gli stakeholders (partners, fornitori, dipendenti, investitori).
I temi ESG diventano allora protagonisti del disegno strategico dell’impresa, utili a spingere il business, a migliorare le performance aziendali ed a garantire il rafforzamento delle relazioni.
Il mondo della finanza conferma, d’altra parte, la consapevolezza che gli ESG sono fattori capaci di condizionare il business, di determinare il successo dell’azienda nel lungo periodo e, per questo, introduce linee di finanziamento dedicate a progetti di valorizzazione dei temi ESG in azienda.
Ma non solo. L’European Banking Autority (EBA) ha redatto le nuove “Guidelines on Loan and Monitoring” (LOM), in vigore dal 30 giugno 2021, in forza delle quali le Banche sono chiamate a valutare il merito creditizio non più sulle garanzie prestate, viste come ultima risorsa per fare fronte all’eventuale insolvenza del creditore, ma sui piani prospettici credibili e documentati che le imprese sapranno presentare.
Con l’obiettivo di prevenire la generazione di nuovi crediti deteriorati in futuro, garantendo solidità e stabilità al sistema finanziario europeo, la raccomandazione dell’EBA alle banche, nell’ambito dell’analisi del rischio di credito del cliente, è quella di valutare la capacità attuale e futura del cliente, con l’obiettivo finale di “promuove un approccio proattivo al monitoraggio della qualità creditizia, individuando per tempo il credito in via di deterioramento […]”.
Nell’eseguire la valutazione della cosiddetta pianificazione forward looking (la pianificazione, appunto, che guarda e cerca di prevedere gli sviluppi futuri) gli indicatori suggeriti riguardano non soltanto la struttura economico-finanziaria e patrimoniale dell’impresa, ma si focalizzano anche sui fattori ambientali, sociali e di governance.
Questo vale in tutti i settori di mercato e tra questi quelli dei servizi, del credito, del factoring.
Il settore del factoring, in tale contesto, è invitato a dotarsi di un ESG risk assessment e di un modello di rating ESG capace di identificare e misurare clienti e singole fatture sulla base della loro espressione dei temi di sostenibilità.
Attraverso un modello di business rinnovato in tal senso, i factor potranno dunque avere un ruolo attivo, a beneficio proprio e dell’intero mercato, mediante la selezione delle imprese anche sulla base della loro rispondenza a framework ESG.
Ma non solo. I factor che coglieranno sfide e opportunità del nuovo modello di valorizzazione degli obiettivi di sostenibilità, trarranno benefici concreti e diretti, di natura reputazionale, di posizionamento, ma anche in termini di gestione del rischio, se è vero che l’impostazione della strategia ESG sia capace di rappresentare un miglior controllo dei risultati sul lungo periodo, e di valutazione del merito creditizio delle imprese clienti. Ancora, i factor potranno sfruttare il potenziale del tema incorporandolo nella propria offerta, ampliandola attraverso nuove linee di prodotto ad hoc, strutturate sulla base di criteri di selezione legati a (o comunque premianti verso) fattori ESG.
Anche per imprese cedenti e debitori ceduti un’impostazione ESG compliant comporta concreti vantaggi.
I primi potranno beneficiare di un ampliato accesso al credito e di migliori condizioni contrattuali e di pricing, ed i secondi, il cui rating sarà probabilmente migliorato dalla presenza di temi ESG, vedranno una maggiore disponibilità all’acquisto delle fatture da parte dei factor, con conseguente beneficio nella relazione commerciale con il cedente.
In conclusione, occorre, sempre di più, lo sviluppo di modelli che siano in grado di valutare il profilo ESG e la rischiosità delle controparti e dei progetti, incorporando sia l’impatto nel breve, sia il beneficio di lungo periodo.
Tuttavia, affinché il mondo della finanza possa avere effettivamente il ruolo atteso verso un modello di economia sostenibile, risulterà centrale garantire un approccio di filiera ed una strategia integrata, in cui tutti gli attori coinvolti operino in sinergia con i trend ESG.