Cosa pensano le imprese del factoring: una nuova survey
Assifact e KPMG Advisory S.p.A lanciano l’iniziativa per ascoltare e comprendere i movimenti profondi e di superficie che connotano il “percepito” factoring nel tessuto imprenditoriale del nostro Paese
Più di dieci anni ormai ci separano dall’ultima indagine strutturata sulla domanda di factoring, commissionata da Assifact, sviluppata dalla Divisione Ricerche ‘Claudio Demattè’ ed edita da SDA Bocconi nel 2009. In quest’ultimo decennio il contesto in cui operano le società di factoring è mutato radicalmente. Solo per fare qualche esempio delle profonde e significative innovazioni intervenute in questo incipit del nuovo millennio, ci basti ricordare la nascita del bitcoin, la guida autonoma, l’evoluzione dal 3G al 4G al 5G con connessioni più rapide e la digitalizzazione di prodotti e servizi, lo streaming, il cloud, il mobile payment. Con l’affermarsi dell’intelligenza artificiale e del machine learning, oggi, ad una sterminata disponibilità di dati si combina una straordinaria capacità di elaborarli. Anche il cambiamento climatico ha subito una forte accelerazione ed infine, arrivando alla più recente attualità, l’intero nostro pianeta è stato investito dai drammatici effetti della pandemia COVID-19.
Se guardiamo al più recente passato, il mercato del factoring a livello mondiale ha registrato nel 2020 una flessione del 6,6% del turnover. Una frenata, dopo un decennio di crescita ininterrotta, innescata dai lockdown necessari per contrastare il contagio. Dello stesso tenore è l’arretramento del mercato europeo, dove il turnover ha complessivamente segnato nel 2020 una riduzione del 6,8%.
Il contributo nazionale agli indici di settore factoring europei ci restituisce un’immagine a due facce. Infatti, se da un lato il factoring italiano presta temporaneamente il fianco ad una flessione del fatturato, dall’altro mantiene sostanzialmente inalterato il proprio posizionamento in termini di quote di mercato, sia in ambito europeo, sia a livello mondiale.
Nel 2020 l’industria del factoring in Italia, con i suoi 227,8 miliardi di euro di turnover, registra una contrazione pari al 10,83% rispetto al 2019. A questo arretramento, espressione più immediata ed evidente delle ‘interruzioni’ negli approvvigionamenti, nella produzione e nella commercializzazione indotti dai lockdown, le società di factoring hanno opposto una tenace resistenza, continuando a sostenere il circolante del tessuto connettivo del sistema impresa italiano. Lo hanno fatto incrementando ulteriormente il servizio di ‘garanzia’, portando la quota ‘pro soluto’ del turnover a più del 79%, con un aumento rispetto al 2019 pari all’1,5%. Una costante riqualificazione e resilienza dell’offerta che si innesta su un’industria, quella del factoring, combattiva, dinamica, versatile, innovativa, che ha affrontato e sta affrontando sfide complesse mantenendo elevati standard di produttività, qualità del credito, efficienza e patrimonializzazione. È nel corso del 2021 che il factoring ha mostrato tutta la sua resilienza e flessibilità, accompagnando il rimbalzo del fatturato delle imprese e i relativi fabbisogni di capitale circolante con tassi di crescita sinora a doppia cifra.
La supply chain finance, l’invoice trading, il direct lending, ad esempio, non sono più una novità e rappresentano un fronte competitivo ineludibile sul quale giocare, con nuovi paradigmi, la sfida dei nuovi modelli di ‘cessione del credito’.
Le statistiche Assifact quotano i volumi 2020 di turnover riconducibili alla supply chain pari a 22,3 miliardi di euro (10% circa del turnover totale), in crescita di circa il 21% rispetto all’anno precedente. In questo comparto la parte di gran lunga maggioritaria è rappresentata dal ‘Reverse factoring’ (21 miliardi), mentre il ‘Confirming’ si attesta a 1,3 miliardi.
La pandemia COVID-19 rappresenta un punto di svolta, accelerando fortemente il processo di digitalizzazione già in corso nel settore. Tra gli operatori del mercato si ha il forte e comune sentore che non torneremo più al cosiddetto ‘Business as usual’. La ‘nuova normalità’ è, e sarà, in gran parte da inventare anche nel rispetto dei nuovi paradigmi di ‘sostenibilità’.
In questo particolare momento è importante saper leggere i caratteri distintivi della ‘domanda di factoring delle imprese’ anche, e forse soprattutto, quella inespressa e inascoltata, sia che questa provenga dai cosiddetti ‘già clienti’ o che diversamente sia riconducibile a quelli che potremmo considerare ‘i clienti di domani’. La comprensione della domanda apre a più ampi gradi di libertà nel cogliere le opportunità di servizio che avranno nell’innovazione di prodotto, di processo, ed ancora, ed in parte preponderante, nella tecnologia, i fattori competitivi di successo.
Da questa urgenza nasce l’iniziativa di Assifact e KPMG di lanciare una Survey per osservare, ascoltare, leggere e discernere i movimenti profondi e di superficie che connotano il ‘percepito’ factoring nel tessuto imprenditoriale del nostro Paese.
Verrà quindi inviato un questionario ad un campione selezionato di aziende suddivise in cluster dimensionali, geografici, appartenenti a diversi rami e settori merceologici.
All’interno del campione si distingueranno diverse categorie di soggetti: imprese attualmente utilizzatrici del factoring, imprese che lo hanno utilizzato in passato, imprese coinvolte dal factoring in qualità di debitore ceduto, imprese che non hanno mai avuto rapporti di factoring né sono mai state cedute.
Cosa pensano le imprese italiane del factoring? Conoscono lo strumento ed i suoi prodotti? Ne fanno ricorso? Perché lo utilizzano o perché non lo utilizzano? Come lo utilizzano? Come ne valutano la convenienza? Quali sono gli elementi di soddisfazione o di insoddisfazione nel rapporto di factoring? Quali le conseguenze gestionali e finanziarie del ricorso al factoring? La pandemia COVID-19 ha inciso nei meccanismi di ricorso al factoring? Se sì, come? Un questionario vivace ed interattivo, presentato con tecnologia smart e reso disponibile via web.
Sarà così possibile rilevare anche il punto di vista dei debitori ceduti, il cui ruolo negli ultimi anni si è evoluto da mero ‘pagatore passivo’ a promotore e ‘cuore pulsante’ dei programmi di supply chain finance (di fatto, entrando a pieno titolo a fare parte della ‘domanda di factoring’) ed anche le conseguenze delle misure governative di mitigazione degli impatti del COVID-19 e la loro efficacia sul prodotto factoring.
L’indagine, i cui risultati saranno finalizzati nel corso del 2022, consentirà di acquisire una fotografia aggiornata, focalizzando l’attenzione sui comportamenti degli utilizzatori dello strumento factoring, ma anche con un ‘pensiero laterale’ verso quelle aziende che non utilizzano questo strumento.
L’ascolto della ‘domanda’, anche quella inespressa/potenziale, alimenta con nuova linfa il costante processo di innovazione che qualifica l’ingegneria di prodotto del factoring ed il suo ‘go to market’. In una parola, essa ridetermina l’ ‘offerta’. Una dialettica virtuosa i cui profili di innovazione tecnologica stanno profondamente modificando le modalità di conduzione del business delle imprese ed i rapporti che queste hanno con i propri interlocutori finanziari, in una logica di ‘ecosistema’ sempre più interconnesso, in cui il factoring è sempre stato, e vuole continuare ad essere, parte integrante e fondamentale.