Knocking on Supply Chain Finance Door: (Gen)AI, Normative e Sostenibilità

In uno scenario caratterizzato da un calo dei fatturati e dei costi di acquisto per le imprese italiane, è proseguita nel 2023 la crescita del mercato del SCF. Per il 2024, la ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano stima una certa stabilità per gli strumenti più tradizionali e una crescita più dinamica per le soluzioni più innovative. Si evidenziano sei tendenze che porteranno a un’evoluzione del SCF nel prossimo futuro

Il 2023, caratterizzato da un calo dei fatturati e dei costi di acquisto per le imprese italiane, ha visto continuare la crescita del mercato del Supply Chain Finance

Nel 2023, l’aumento dei tassi di interesse e il calo dell’inflazione, dopo l’impennata dei prezzi del 2022, hanno portato a una diminuzione dei fatturati (-3,8%) e dei costi di acquisto (-8,2%) per le imprese italiane. Le soluzioni di Supply Chain Finance (SCF) hanno coperto il 22% del mercato potenziale, mostrando una crescita complessiva. Alcune soluzioni sono rimaste stabili, mentre altre hanno continuato a crescere. Tra quelle stabili, l’Anticipo Fattura (54,1 miliardi di €) e il Factoring (60,4 miliardi di €) sono rimasti invariati. Il Confirming ha registrato un calo del 2% (1,6 miliardi di €), mentre il Purchase Order Finance è cresciuto dell’1% (1,04 miliardi di €). Tra le soluzioni in crescita, il Reverse Factoring ha raggiunto un valore record con un aumento del 10% (8,9 miliardi di €). Anche il Dynamic Discounting, l’Invoice Trading e la Carta di Credito B2B hanno visto crescite significative, rispettivamente del 32% (0,7 miliardi di €), del 24% (0,5 miliardi di €) e del 12% (3,4 miliardi di €), indicando una crescente adozione di queste soluzioni.

 

Previsione di un mercato stabile per il 2024

Per quanto riguarda il mercato servito, le stime dell’Osservatorio SCF prevedono che l’adozione delle soluzioni di Supply Chain Finance si manterrà stabile per gli strumenti più tradizionali, come Factoring (60,4 mld di €), Reverse Factoring (9 mld di €), Anticipo Fattura (54 mld di €) e Confirming (1,6 mld di €), mentre si registrerà una crescita per le soluzioni più innovative, tra cui Purchase Order Finance, Carta di Credito B2B, Dynamic Discounting e l’Invoice Trading. Nel dettaglio, si prevede che il Purchase Order Finance registrerà un aumento del 35% (1,4 mld di €), segnando il suo massimo storico. Per il Dynamic Discounting è prevista una crescita del 17% (0,8 mld di €), la Carta di Credito B2B evidenzia un incremento dell’11% (3,8 mld di €) e, per ultimo, l’Invoice Trading del 5% (0,6 mld di €).

Figura 1. Il mercato servito del SCF nel 2024. Fonte: elaborazione dati BvD, Assifact, Banca d’Italia, Interviste con esperti

Il dilemma degli istituti finanziari: to make or to join SCF Solutions?

Per decenni, gli istituti finanziari hanno guidato l’offerta delle soluzioni di SCF. Tuttavia, la crisi finanziaria del 2008 ha imposto limiti stringenti alla capacità di finanziamento delle banche, a causa di normative e requisiti di capitale più severi. Parallelamente, la crescente complessità delle filiere ha portato le imprese a richiedere soluzioni di SCF sempre più personalizzate. Questo ha creato spazio per nuovi attori, come le fintech, che hanno saputo rispondere a questi bisogni, sfruttando il trend della digitalizzazione, tramite lo sviluppo delle loro piattaforme innovative. Le banche si sono quindi trovate davanti a un bivio: continuare a offrire programmi SCF in autonomia (make) o collaborare con le fintech (join). Sebbene la scelta tra “make” e “join” non sia necessariamente esclusiva, essa è fortemente influenzata da una combinazione di fattori esterni — come le richieste dei clienti, il contesto normativo, la pressione competitiva e l’evoluzione tecnologica — e interni, come le risorse disponibili, la struttura della clientela e la cultura organizzativa. In risposta a questa complessità, molte banche stanno adottando un approccio ibrido, combinando lo sviluppo interno con partnership strategiche con fintech, al fine di mantenere flessibilità e competitività in un mercato in continua evoluzione.

 

Il livello di rendicontazione delle soluzioni di Supplier Financing in Italia

Delle 167 imprese quotate alla Borsa Italiana al 31/12/2023, il 15% (25 imprese) adotta soluzioni di Supplier Financing. Di queste, però, solo il 40% (10 imprese) comunica l’utilizzo di tali strumenti. Questo è ciò che emerge da una revisione dei bilanci delle 167 imprese analizzate. Andando nel dettaglio delle informazioni pubblicate a bilancio, la maggior parte delle imprese (7 su 10) riportano informazioni qualitative come la tipologia di soluzione adottata, una breve descrizione dell’accordo e le modalità di classificazione delle passività. Bensì, la comunicazione di informazioni quantitative è carente e, ad esempio, solo 2 imprese su 10 comunicano i termini di pagamento delle passività legate all’accordo. Dal 1/1/2024 sono in vigore le nuove regole IASB di rendicontazione delle soluzioni di Supplier Financing, ma questa analisi fa emergere che le imprese non pubblicano ancora tutte le informazioni richieste. Una visione più chiara dell’efficacia di tali regole sarà possibile solo al completamento della revisione dei bilanci pubblicati al 31/12/2024, permettendo di comprendere quante aziende adottano soluzioni di Supplier Financing e come queste vengono comunicate.

 

Il ruolo del Sustainable Supply Chain Finance e degli ESG information provider a supporto della Corporate Sustainability Due Diligence Directive

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D), entrata in vigore a Luglio 2024, introdurrà per le imprese nuove sfide nella gestione dei processi di Due Diligence lungo la filiera. La direttiva impone, infatti, di identificare, prevenire e mitigare gli impatti negativi sull’ambiente e sui diritti umani, non solo nelle proprie attività, ma lungo l’intera filiera. Il SSCF è emerso come uno strumento che può aiutare le imprese, durante il processo di adattamento alla CSDDD, sia come strumento di supporto finanziario ai fornitori, sia nella raccolta dei dati dei fornitori per la loro valutazione, incentivandoli a condividere informazioni sulle loro prestazioni di sostenibilità. In questo contesto, gli ESG information provider stanno emergendo come un attore chiave in quanto supportano le imprese nell’implementazione di pratiche di sostenibilità di filiera e di soluzioni di SSCF. Un censimento di 46 ESG information provider ha permesso di identificare quattro classi di ESG information provider in base ai servizi offerti: (i) i fornitori di database e gestione dei dati (8 provider); (ii) i fornitori di valutazioni di sostenibilità generiche/su base ESG (25 provider); (iii) i fornitori di valutazioni di sostenibilità specifiche (11 provider); (iv) fornitori di servizi per iniziative di settore (2 provider). Dall’analisi, è poi emerso come questi attori supportino diverse pratiche di sostenibilità di filiera (Figura 2).

Figura 2 Il supporto degli ESG Information provider alle pratiche di sostenibilità di filiera. Fonte: elaborazione dati da fonti secondarie

La maturità delle imprese italiane nel SCF

La maturità delle imprese rispetto al Supply Chain Finance si basa su quattro dimensioni: la struttura di finanziamento, la struttura organizzativa, la struttura digitale e la struttura di governance. Sono state analizzate 16 aziende, suddivise in quattro categorie in base al loro livello di maturità su una scala da 1 a 3: i Best performer, i SCF Pioneers, gli Opportunistic Adopters e gli Occasional Adopters. Le imprese più mature mostrano una visione strategica del SCF, adottando soluzioni sia sul ciclo attivo che passivo. Inoltre, hanno strutturato e automatizzato processi, e integrato momenti di formazione interni ed esterni per sviluppare conoscenza e competenza rispetto al SCF. Una maturità minore si associa a imprese che adottano saltuariamente o opportunisticamente soluzioni di SCF con l’unico scopo di finanziare il capitale circolante cedendo crediti commerciali, senza strutturare processi e organizzazione. La maturità va sviluppata tramite maggiore conoscenza e consapevolezza degli strumenti a disposizione e dei conseguenti benefici (non solo finanziari).

 

Che ruolo può avere l’AI nell’adozione delle soluzioni SCF?

L’Osservatorio SCF ha cercato di comprendere l’impatto dell’Artificial Intelligence (AI) lungo il processo di adozione delle soluzioni di Supply Chain Finance che comprende tre fasi: Initiation, Implementation e Use. Tramite un’analisi di oltre 50 startup e interviste con operatori del settore, emergono diverse opportunità di applicazione per l’AI. Nella prima fase, l’AI può essere utile a prevedere le necessità future di liquidità, offrendo opportunità commerciali informate ai provider; nella seconda, permette una valutazione completa di tutti i fornitori, offrendo loro le soluzioni SCF più adatte rispetto alle specifiche necessità. Nella fase di Use, infine, l’AI automatizza e efficienta attività operative e ricorrenti, come la gestione documentale, ma aiuta anche nella gestione dei rischi e nell’identificazione di frodi.

Al momento sono limitati gli utilizzi della GenAI. Tuttavia, nei pochi casi emersi, la tecnologia viene utilizzata per migliorare il processo di monitoraggio e controllo delle prestazioni associate alle soluzioni di SCF, tramite la generazione di reportistica e di insight basati su analisi dati.

 

La trasformazione del Supply Chain Finance

La ricerca di quest’anno dell’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano, ha evidenziato sei tendenze che porteranno a un’evoluzione del Supply Chain Finance:

 

  1. Il ruolo del SCF per l’efficientamento energetico delle PMI
  2. L’impatto delle linee guida IASB sull’adozione di soluzioni SCF
  3. La nascita di nuovi modelli di soluzioni di SCF sostenibili
  4. Le implicazioni dell’utilizzo, reale o fittizio, dell’AI nel SCF
  5. Le opportunità date dalle nuove soluzioni innovative
  6. Nuove frontiere per il Sustainable SCF con l’integrazione di concetti come la Supplier Diversity

 

La direzione che il Supply Chain Finance sta prendendo, dunque, sembra chiara: uno sguardo ancora più orientato al futuro, dove l’innovazione, sia tecnologica sia di prodotto, la sostenibilità e le evoluzioni normative avranno un forte impatto. Sono tante le sfide che bussano alla porta del Supply Chain Finance, ma sono anche opportunità di crescita, evoluzione e miglioramento.