Il leader mondiale nei componenti di fissaggio per l’automotive utilizza il factoring

L’incontro con Alessandro Galbarini, CFO di Brugola OEB, è occasione per raccontare la storia quasi centenaria di un’azienda di famiglia dal nome iconico, giunta alla terza generazione, che partendo dall’intuizione del suo fondatore è diventata leader mondiale nella produzione di viti per il settore automotive e che ora, forte di una grande capacità innovativa e tecnologica, si sta evolvendo anche nell’ambito dei veicoli elettrici, accompagnando il settore automotive e non solo nella sfida della transizione energetica.

Nell’immaginario collettivo tutti chiamano brugola l’utensile per montare un mobile, fare manutenzione alla bicicletta o stringere una vite. Tuttavia, il termine viene utilizzato in maniera impropria in quanto la brugola è la vite a testa cava esagonale con gambo a torciglione, inventata nel 1926 a Lissone da Egidio Brugola.

 

Proprio nel 1926, Egidio Brugola fonda a Lissone un’officina per la produzione di viti e bulloni. Tra i suoi prodotti spiccano le viti con testa cava esagonale incassata, già esistenti in America, che Brugola perfeziona, produce in serie e diffonde, tanto da farle identificare come “viti a brugola”. Successivamente, brevetta una variante innovativa con gambo a “torciglione”, che garantisce elasticità e resistenza superiori. La qualità e le caratteristiche tecniche dei suoi prodotti li rendono ideali per applicazioni nei motori e nel settore automobilistico. Un successo così grande da far coincidere il nome del prodotto con quello dell’azienda.

 

L’incontro con Alessandro Galbarini, Chief Financial Officer di Brugola OEB, ci consente di raccontare la storia quasi centenaria di un’azienda di famiglia, giunta alla terza generazione, che partendo dall’intuizione del suo fondatore è diventata leader mondiale nella produzione di viti per il settore automotive e che ora, forte di una grande capacità innovativa e tecnologica, si sta evolvendo anche nell’ambito dei veicoli elettrici, accompagnando il settore automotive e non solo nella sfida della transizione energetica.

Stiamo parlando di un’azienda che ha fatto della ricerca, della qualità e del controllo della stessa la sua caratteristica distintiva, con investimenti continui e importanti per migliorare gli standard dei prodotti e della produzione. Per dare qualche numero, l’azienda produce circa 47.000 tonnellate di viti all’anno, 9 milioni di viti al giorno (oltre 800 tipi differenti di viti). La produzione è realizzata principalmente in Italia, con una quota del 15% circa prodotta nello stabilimento aperto nel 2015 negli Stati Uniti. Nel 2023 l’azienda ha raggiunto un fatturato di quasi 190 milioni di euro a livello di gruppo, con una crescita annua del 10% circa, e occupa oltre 500 dipendenti, con prospettive di espansione non solo in termini di risorse umane ma anche in macchinari con obiettivo di crescita produttiva.

Brugola è quindi una società “capital intensive” che fa investimenti importanti per gli impianti industriali di produzione. Ciò caratterizza una gestione economica-finanziaria in prevalenza orientata verso finanziamenti a medio-lungo termine.

Grande attenzione anche alla gestione del capitale circolante, con accurata pianificazione dei termini per incassi e pagamenti finalizzata al migliore governo del ciclo di cassa per l’azienda.

Il primo approccio con lo strumento del factoring è da ricondurre a esigenze di miglioramento dei propri indicatori di bilancio e della posizione finanziaria netta, attraverso la realizzazione di cessione a titolo definitivo dei propri crediti nel periodo di fine semestre e fine anno.

Negli anni è risultata essere sempre più complicata la variabile del capitale circolante legata al ciclo del magazzino poiché il mercato di riferimento è stato caratterizzato da una forte volatilità nelle scelte di business adottate dalla clientela. Ciò ha portato Brugola a considerare un utilizzo diverso e più continuativo del factoring e non più solo in prossimità dei mesi di giugno e dicembre.

Infatti, come sottolinea il dott. Galbarini, “abbiamo iniziato a ragionare su un utilizzo del factoring anche durante l’anno, soprattutto nei periodi di maggiore stress finanziario, permettendoci un maggiore grado di flessibilità e modularità rispetto al tiraggio delle linee a breve termine, ad un costo complessivamente equiparabile”.

L’esperienza di utilizzo del prodotto factoring ne ha fatto comprendere e apprezzare le caratteristiche. Dopo aver ragionato lato clienti, l’azienda sta cominciando a guardare al lato fornitori. Negli ultimi anni Brugola, in particolare dopo la pandemia, ha compreso quanto sia fondamentale proteggere e sostenere finanziariamente la propria catena di fornitura e ha iniziato a sviluppare l’adozione di programmi di Supply Chain Finance (Reverse Factoring e Confirming) rivolti ai fornitori più piccoli e strategici localizzati nel territorio nazionale.

L’estensione ai fornitori stranieri è risultata al momento critica per una difficoltà di relazioni dei factor con i partner finanziari corrispondenti in loco, spesso assenti nei territori di riferimento.

L’obiettivo di Brugola è quello di ampliare l’utilizzo della piattaforma di Supply Chain Finance a un numero maggiore di fornitori per supportare la loro struttura finanziaria ma anche per favorire un’accelerazione nella digitalizzazione dei loro processi interni.

L’inclusione dei fornitori stranieri va inoltre a sopperire l’assenza, in questa fattispecie, della fattura elettronica e della gestione attraverso lo SDI (Sistema di Interscambio gestito dall’Agenzia delle Entrate).

Il beneficio gestionale ottenibile attraverso il factoring rivolto al ciclo attivo non risulta essere, al momento, ancora utilizzato. La società ha scelto di operare maggiormente con cessioni senza notifica al cliente (debitore ceduto), mantenendo la gestione in capo a Brugola.

Secondo il dott. Galbarini “il potenziale di crescita delle operazioni di Supply Chain Finance nel mercato italiano è veramente enorme”. “In una prospettiva evolutiva”, spiega il dott. Galbarini, “sta emergendo la necessità di gestire più rapporti con diverse società di factoring e di avere a disposizione un’unica piattaforma multicanale che possa permettere una gestione dei flussi finanziari e documentali molto più rapida, efficace e standardizzata”.

L’esperienza con il prodotto factoring e i rapporti con i factors risultano quindi molto buoni, nel complesso, con indubbi vantaggi, spunti di miglioramento e prospettiva evolutive molto interessanti.