Il Factoring come Strumento per il Rilancio delle Imprese in Crisi
Il 30 novembre 2023 è stato presentato il nuovo studio “Il Factoring come Strumento per il Rilancio delle Imprese in Crisi”, nato dalla collaborazione tra Assifact e Deloitte, che esplora il potenziale del factoring come strumento di prevenzione e cura della crisi d’impresa in un contesto economico caratterizzato da elevata inflazione, aumento dei tassi di interesse e riduzione delle misure di sostegno post-Covid 19
L’economia italiana sta vivendo un periodo del tutto inedito di profonda incertezza, a causa degli shock esogeni che si sono susseguiti negli ultimi anni, dalla diffusione della pandemia di Covid-19 al conflitto russo-ucraino, le cui conseguenze hanno avuto un grosso impatto sui principali indicatori macroeconomici. L’elevata inflazione (8,1% nel 2022) ha infatti costretto la Banca Centrale Europea ad un rapido aumento dei tassi di interesse, con effetti negativi sulla crescita degli investimenti e del PIL dopo la ripresa post Covid.
Nella complessa congiuntura economica, le imprese italiane si trovano di fronte ad alcune minacce, che ne mettono a rischio stabilità e prospettive di crescita. Da un lato, infatti, il sistema produttivo ha subito gli impatti dall’escalation dei rincari di commodity e prodotti energetici, mentre dall’altro l’accesso al credito sta diventando sempre più oneroso a causa dei rialzi dei tassi di interesse e i criteri di offerta di finanziamenti più rigidi. A questo si aggiunge il progressivo phase-out delle misure di sostegno post-Covid 19 (e.g., garanzie statali, moratorie, …) che rischia di causare una crisi di liquidità a livello nazionale che potrebbe deteriorare la posizione finanziaria di molte imprese.
Come conseguenza dei fattori descritti sopra, si registra un peggioramento delle prospettive del sistema produttivo, con un aumento del numero di imprese ad elevato rischio di credito o in situazione di vulnerabilità finanziaria, che potrebbero superare il 50% del totale nel 2023, rispetto al ~42% del 2019, mentre il tasso di deterioramento dei crediti è previsto raggiungere il 3,8% nel 2023 vs. il 2,3% dell’anno precedente. In questo contesto, le imprese in situazioni di stress finanziario sono quindi chiamate ad affrontare una duplice sfida: da un lato fronteggiare una crescente difficoltà nell’accesso al credito, dall’altro trovare soluzioni adeguate a soddisfare le proprie esigenze finanziarie per garantire la continuità aziendale.
Da questo punto di vista, “Il factoring – ha commentato Manuel Pincetti, Senior Partner di Monitor Deloitte – rappresenta una soluzione particolarmente efficace non solo per sostenere il rilancio delle aziende in distress finanziario, ma anche per prevenire il dissesto delle imprese nelle situazioni precedenti alla crisi. Alcune caratteristiche del factoring sono uniche perché consentono di soddisfare il primario bisogno di continuità delle aziende in crisi, garantendo l’accesso a nuova liquidità tramite l’anticipo dei tempi di incasso e la valorizzazione dei crediti commerciali”.
Questo trova conferma nell nuovo studio “Il Factoring come Strumento per il Rilancio delle Imprese in Crisi“, nato dalla collaborazione tra Deloitte e Assifact, che esplora il potenziale del factoring come strumento di prevenzione e cura della crisi d’impresa in un contesto economico complesso.
Facendo leva sul proprio portafoglio di crediti, infatti, le imprese in tensione finanziaria possono ridurre il rischio dell’operazione di finanziamento e beneficiare così di condizioni economiche più vantaggiose rispetto ad altre fonti di credito. Inoltre, i factor possono svolgere un ruolo essenziale nell’accompagnare l’impresa nel percorso di risanamento, garantendo la gestione del ciclo attivo e delle forniture e riducendo rischio di credito, insoluti ed eventuali pignoramenti.
Quindi, le analisi sviluppate da Assifact e Deloitte hanno evidenziato come la domanda di factoring da parte di aziende in difficoltà finanziaria presenti un significativo potenziale, con un mercato aggredibile di ca. 40 Mld € nel 2024, che tuttavia è ancora scarsamente presidiato (~3 Mld € di turnover complessivo) e presenti ampi spazi di sviluppo per l’entrata sul mercato di nuovi operatori. Si tratta ad oggi di un mercato focalizzato su clienti di medie e grandi dimensioni (70% del totale imprese, che generano il 95% del turnover), concentrati nel settore manifatturiero (78% del turnover complessivo). Dal punto di vista dell’offerta, il comparto è caratterizzato dalla presenza di ancora pochi operatori, classificabili in due tipologie principali: player Specializzati in operazioni verso imprese in situazioni di pre-crisi e crisi e player Generalisti, che agiscono in contesti distressed in maniera residuale. I factor Specializzati operano in maniera preponderante nelle situazioni di crisi (55% dei clienti e 70% del turnover), poiché questo consente loro di agire in un contesto giuridicamente protetto, focalizzandosi su ticket di dimensioni superiori al factoring tradizionale (~13 Mln € nei contesti di crisi), per giustificare la complessità e i costi connessi alle operazioni (e.g., due diligence, monitoraggio cliente, …). Nonostante si muovano in contesti di crisi, i factor Specializzati riescono a gestire efficacemente il rischio di credito, mostrando un NPE Ratio sul portafoglio distressed in linea al factoring tradizionale (~1,6), grazie ad una corretta impostazione dell’operazione e facendo leva su alcuni fattori distintivi di successo, oltre che sulla collaborazione con Advisor e Professionisti, che rappresentano il principale canale di origination delle operazioni (oltre il 90% del turnover).
Per poter cogliere le opportunità del mercato ed operare in modo profittevole nell’ambito distressed, i factor hanno quindi la necessità di dotarsi di alcuni fattori critici, nello specifico un team di persone dedicato con competenze specialistiche, adeguate disponibilità finanziarie, coperture assicurative e capacità di servire con tempestività e flessibilità l’azienda in crisi e supportarla in tutto il percorso di risanamento. Inoltre, per minimizzare i fattori di rischio del business, è importante per i factor adottare alcune best practice, ovvero un’accurata valutazione legale dello stato di crisi del cliente, con attivazione delle protezioni legali previste, un’attenta due-diligence e una puntuale valutazione del portafoglio di crediti, unite ad un’adeguata politica di pricing e un monitoraggio continuo delle performance dell’azienda cedente.
“A questo deve essere accompagnata una profonda conoscenza delle specificità del contesto legale di riferimento, per poterne cogliere le opportunità, in considerazione della rilevanza che il framework regolamentare e le interpretazioni della più recente giurisprudenza conferiscono al factoring quale importante elemento di supporto alla continuità aziendale per imprese in pre-crisi o crisi” – ha aggiunto Francesco Brunelli, Partner di Deloitte Tax & Legal.
Infine, emerge dallo studio che per lo sviluppo ulteriore del mercato, oltre all’ingresso di nuovi factor che sappiano dotarsi degli elementi di cui sopra, sarà inoltre importante l’azione degli operatori Generalisti, il cui modello di business tipicamente non prevede di agire in contesti distressed, ma che potranno operare in partnership con gli operatori Specializzati in logica di de-risking. In questo modo sarà possibile cogliere al meglio le opportunità di sviluppo di un comparto, quello del factoring per imprese in situazioni di distress finanziario, che può rappresentare un supporto concreto ed efficace sia per la soluzione della crisi d’impresa che, più in generale, per la ripresa del sistema imprenditoriale italiano.