Fra incertezze e crisi energetica, il factoring crescerà ancora nel 2023

Il 2023 si presenta come un anno caratterizzato da numerose incertezze per le prospettive dell’economia, delle imprese e del credito. L’industria del factoring vede comunque uno sviluppo ancora positivo per il factoring, grazie anche a digitalizzazione e sostenibilità

Nel corso del 2022 l’economia globale ha dovuto affrontare sfide significative soprattutto per effetto della combinazione di diversi fattori che hanno contribuito alla destabilizzazione degli equilibri economici internazionali, già resi fragili dalle conseguenze della pandemia. In particolare, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la successiva reazione del mondo occidentale, in termini di sanzioni economiche e commerciali, hanno rapidamente esacerbato le pressioni sui prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche, innescando una crisi energetica ampia e profonda, la cui effettiva portata risulta oggi ancora incerta, così come la durata. Recenti studi hanno infatti evidenziato che l’inflazione elevata tende ad essere più ”vischiosa” rispetto alle attese, influenzando così anche le politiche delle banche centrali con effetti anche sulla crescita.

Per quanto l’Italia abbia registrato un andamento comunque positivo nel 2022, confermato secondo le stime preliminari del PIL anche nel terzo trimestre, grazie alla tenuta della produzione industriale, la curva che descrive il clima di fiducia delle imprese va deteriorandosi, con una inclinazione così ripida da richiamare il periodo che precedette la crisi subprime.

Ad ogni modo, le imprese italiane ed europee risultano oggi meglio equipaggiate rispetto al passato per affrontare la crisi: i supporti statali implementati dai diversi Governi hanno consentito alle imprese di accumulare consistenti cuscinetti di liquidità, come testimoniato dal livello record dei depositi delle società non finanziarie registrato negli ultimi mesi, che evidenzia peraltro un balzo proprio nel 2020 in risposta agli stimoli governativi.

L’inflazione, comunque, “morde”: i fatturati reali crescono molto meno di quelli nominali, e la marginalità delle imprese risulta sotto pressione. La gestione operativa a partire nel corso del 2022 ha iniziato a “bruciare” più cassa di quella che genera, mettendo sotto pressione il capitale circolante delle imprese, in particolare delle imprese di più piccole dimensioni, per le imprese energivore e gasivore e per quelle più a valle nella filiera, con maggiore difficoltà nel trasferire gli aumenti dei prezzi sui consumatori finali.

Tornano quindi “di moda” i prestiti bancari a breve termine, che tornano a crescere nel 2022 dopo il crollo registrato nel 2020, con le esigenze di supporto al circolante che risultano la principale ragione per cui le imprese chiedono un prestito bancario negli ultimi mesi. Al contempo, si irrigidiscono però i criteri per la concessione del credito da parte delle banche, che appaiono più sensibili alla percezione del rischio di credito e meno tolleranti che nel recente passato.

Le imprese si trovano pertanto ad affrontare la crisi energetica sì con più liquidità in cassa, ma anche con molto più debito a medio-lungo termine che in passato e marginazione in calo, proprio mentre le banche diventano più severe nelle proprie valutazioni creditizie.

In questo contesto, il factoring rappresenta uno strumento particolarmente efficace per assorbire le tensioni di capitale circolante che derivano dall’aumento delle materie prime, attraverso l’accesso ad una fonte di liquidità rapida e flessibile, nonché per “mettere in sicurezza” e rendere sostenibile la filiera in cui essa opera, attraverso soluzioni pensate per i fornitori dell’impresa.

Non a caso, in tutto il mondo nel 2021 il factoring ha registrato tassi di crescita del turnover a doppia cifra, trainati dall’Europa, in cui lo sviluppo del turnover ha accelerato ulteriormente nel primo semestre 2022 superando il 20%.

In Italia i dati dei primi nove mesi evidenziano una crescita superiore al 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un contributo rilevante all’andamento superiore alle attese da parte dell’industria del factoring è arrivato dall’impatto dell’inflazione, propagatasi repentinamente nel corso del 2022 per effetto della dinamica dei prezzi energetici, con intensità differenti nei vari settori che compongono la domanda. Cresce più del mercato complessivo l’utilizzo di forme di supply chain finance, quali ad esempio il reverse factoring, la cui sempre maggiore diffusione testimonia la consapevolezza dei grandi buyer non solo dell’importanza di sostenere la propria filiera ed in particolare i fornitori più strategici, ma anche della responsabilità di essere “leader” della propria filiera, anche nella prospettiva di sensibilizzare i piccoli fornitori alle tematiche ESG.

Secondo le stime presentate da Assifact all’evento “Takeoff or landing: il factoring alla prova della crisi energetica” e discusse con il contributo di Andrea Berna (Banca IFIS), Fabio Bollini (Factorit), Anna Carbonelli (Intesa Sanpaolo) e Rony Hamaui (Università Cattolica di Milano), il settore chiuderà il 2022 con una crescita intorno al 15% e prospetta uno sviluppo ancora positivo del turnover, pari al 4,08%, nel 2023 (+8,85% la media delle previsioni sul mercato formulate dagli Associati).

In conclusione, la combinazione di alta inflazione, politiche monetarie restrittive e irrigidimenti nella concessione di crediti bancari, pone importanti interrogativi circa le prospettive di crescita economica per il 2023, alimentati anche dalle attese di una nuova ondata di insolvenze aziendali.

L’industria del factoring ritiene tuttavia di avere tutte le caratteristiche necessarie per approcciarsi ad un difficile 2023 con fiducia nella propria capacità di sostenere, anche in modo anticiclico, l’economia reale senza assumersi rischi eccessivi.

Grazie al percorso di digitalizzazione del business intrapreso dal settore il factoring è oggi più agevolmente accessibile anche alle imprese di dimensioni minori, più colpite dagli impatti della crisi, che possono così valorizzare la qualità dei crediti commerciali per ottenere liquidità aggiuntiva.

 

Per ulteriori informazioni: https://www.assifact.it/landing-or-takeoff-il-factoring-alla-prova-della-crisi-energetica-9-novembre-2022/