Il mercato del factoring e più in generale delle soluzioni a supporto del capitale circolante delle imprese è fra i più interessati, nell’ambito del lending, dalla disruption portata dall’innovazione tecnologica, soprattutto attraverso il ricorso a piattaforme digitali che agevolano lo scambio di informazioni fra gli attori coinvolti in una operazione di factoring (fornitore, acquirente, cessionario). Lo sviluppo di queste piattaforme ha abilitato nel tempo significative evoluzioni nel modello di business degli intermediari se non addirittura nuovi modelli di business, come evidenziato nello studio condotto da Assifact e Politecnico di Milano sulle “prospettive ed evoluzioni del factoring nell’era del fintech” (https://www.assifact.it/evoluzione-e-prospettive-del-factoring-nellera-del-fintech/). La rilevanza dell’impatto dell’innovazione sul settore dell’invoice finance si è rivelata di tale portata da meritare un proprio neologismo, “invoice fintech”, per indicare i nuovi modelli di business abilitati dalle tecnologie emergenti.
La vitalità delle soluzioni innovative in tale settore è stata successivamente analizzata in una ricerca di Assifact e Accenture dal titolo “Invoice Fintech: principali caratteristiche e tendenze del mercato globale (https://www.assifact.it/invoice-fintech-principali-caratteristiche-e-tendenze-del-mercato-globale/), in cui sono stati esaminati i principali driver di sviluppo delle innovazioni tecnologiche in ambito “working capital solutions” attraverso lo studio dei casi di maggior successo a livello internazionale.
Come rilevato nelle conclusioni del suddetto studio,
“L’analisi dei casi più interessanti e di successo a livello internazionale suggerisce lo sviluppo di un ecosistema integrato dell’Invoice Fintech attraverso la diffusione di applicazioni in architettura aperta in grado di integrarsi agevolmente con sistemi ERP, piattaforme di fornitori, acquirenti e intermediari e altri sistemi di utilità anche di terze parti.
Dal punto di vista delle implicazioni per gli operatori del settore, si segnala la possibile attivazione di azioni evolutive da parte degli Incumbent attraverso approcci diversi, differenziati in funzione dell’obiettivo e delle capabilities del singolo player (es. Collaborate, Invest, ecc.), la cui messa a terra necessita in primo luogo della digitalizzazione del modello operativo e di un’architettura aperta all’ecosistema.
In questa logica, riprendendo quanto sta avvenendo nel mondo dei servizi bancari con lo sviluppo delle soluzioni di Open banking, anche nel mondo del factoring l’integrazione e l’interoperabilità dei sistemi attraverso la diffusione di “Open API” stanno aprendo la strada a un vero e proprio modello di “Open factoring”, un ecosistema dinamico e integrato in cui molteplici attori lavorano congiuntamente lungo tutta la catena del valore di acquirenti e fornitori, dall’ordine al pagamento, sia con riferimento al lato attivo che a quello passivo del capitale circolante.”
Ai benefici portati dall’innovazione tecnologica, fra cui vi è certamente una maggiore inclusione finanziaria, occorre tuttavia accompagnare una rinnovata e rafforzata attenzione ai profili del credito, al fine di evitare una eccessiva prociclicità delle politiche creditizie che potrebbe vanificare gli effetti positivi dell’evoluzione digitale.
Sotto questo profilo, proprio la già menzionata ricerca ha sottolineato come “nel caso in particolare dell’Invoice Fintech, alla lunga tradizione di controllo dei rischi propria del settore si possono accompagnare iniziative, sia individuali che di settore, che possono sfruttare la tecnologia a vantaggio del risk management: ad esempio, in Italia, è possibile fare leva sull’obbligo di fattura elettronica per costruire un registro digitale delle fatture cedute per minimizzare i rischi di frode”.
Non vi è dubbio, infatti, che la fatturazione elettronica obbligatoria abbia rappresentato un’innovazione di sicuro impatto sul settore, incrementando la pressione sugli operatori a dotarsi di strutture informatiche in grado di gestire i flussi di dati delle fatture, oggi disponibili in formato strutturato, standardizzato ed elaborabile. Allo stesso tempo, la rapida digitalizzazione dei flussi di inoltro delle cessioni di credito sta facendo emergere, nella clientela, l’esigenza di una maggiore standardizzazione dei tracciati e dei formati di presentazione delle fatture, la cui disomogeneità può generare per l’impresa cedente costi di impianto e di sostituzione del finanziatore.
L’Italia rappresenta quindi un terreno fertile per lo sviluppo di soluzioni digitali cooperative a supporto della cessione del credito commerciale, con l’effetto di i) stimolare una svolta “digitale” a livello di sistema, migliorando e semplificando i flussi informativi fra le imprese e i finanziatori, ii) ridurre i rischi complessivi del sistema finanziario (minimizzando i rischi di frode per falsa fatturazione e per cessione multipla) e iii) contribuire in modo finalmente decisivo ad agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese attraverso la cessione dei crediti finanziari.
In questa prospettiva, Assifact sta esplorando, in collaborazione con Accenture, e con il contributo di tutti gli stakeholders interessati e delle Istituzioni, le potenzialità di questo tipo di innovazione nell’ambito del progetto “FactDesk”.
Il progetto, oggi oggetto di uno studio di fattibilità, prevede lo sviluppo di una piattaforma che svolga i seguenti servizi:
1) Semplificare la trasmissione delle informazioni relative alle fatture elettroniche oggetto di ces-sione attraverso un canale di comunicazione centralizzato e flussi standardizzati che coinvolgano lo SdI o anche direttamente il gestionale del cliente, in una prospettiva di “Open Factoring” che minimizzi l’impatto operativo sul cliente rendendo la cessione delle fatture un evento ancora più rapido e naturale;
2) Fornire attraverso tale sistema al factor gli strumenti (già esistenti) per verificare che la fattura è stata correttamente emessa, non scartata dallo SdI e trasmessa all’acquirente (il debitore ceduto), riducendo significativamente i rischi di cessione di fatture false;
3) Registrare le fatture oggetto di cessione in un apposito database interrogabile dal factor al momento della cessione e prima di rendere finanziabile la fattura al fine di verificare che questa non sia già oggetto di cessione o di altre forme di interesse da parte di altri partecipanti al mercato (garantendo allo stesso tempo la riservatezza dell’operazione), minimizzando i rischi di cessione della stessa fattura a più player.
Le analisi preliminari condotte da Assifact hanno evidenziato come la tecnologia necessaria allo sviluppo di tale iniziativa sia in effetti già disponibile e come questa, unitamente alla possibilità di contare su una elevata diffusione della fattura elettronica (in quanto obbligatoria), “materia prima” del progetto, rappresenti una formidabile combinazione che possa portare significativi benefici a tutti gli stakeholders.
Gli obiettivi del progetto appaiono inoltre inserirsi perfettamente nel quadro degli interventi del Governo a supporto della liquidità delle imprese, in quanto fra gli effetti di una sua efficace realizzazione si enumerano certamente un maggiore accesso al credito tramite il factoring e le altre soluzioni offerte dagli operatori dell’industria, un servizio più rapido ed efficiente e condizioni in genera-le migliori, nonché nel quadro degli sforzi in atto verso la digitalizzazione del Paese.
L’integrazione del progetto FactDesk con l’agenda governativa appare così elevata da potersi perfino ipotizzare un possibile coinvolgimento pubblico nell’iniziativa.
Il progetto FactDesk si inserisce quindi come naturale evoluzione del percorso di studio e analisi compiuto dal Comitato Esecutivo di Assifact sui fenomeni dell’invoice fintech, in grado di fare leva sul processo di digitalizzazione già in atto nell’intera catena del valore delle soluzioni di gestione e ottimizzazione del circolante e fornire ad esso un’ulteriore spinta propulsiva. Dal punto di vista del settore italiano del factoring, il progetto FactDesk, certamente ambizioso, si ritiene possa rappresentare potenzialmente una pietra miliare nello sviluppo digitale dell’industria l’offerta di soluzioni integrate in modo sempre più ”seamless” con i sistemi informativi dei clienti e degli altri attori dell’ecosistema dell’invoice finance.