È stato pubblicato sul sito dell’Associazione il rapporto dell’Indagine su qualità, trasparenza e correttezza dei comportamenti dei debitori nelle transazioni commerciali – secondo semestre 2024.
Fra i principali risultati dell’indagine:
- Il secondo semestre del 2024 registra un miglioramento degli indicatori nella maggioranza dei profili indagati rispetto alla prima metà del 2024.
- Il giudizio medio complessivo (su una scala da 1 a 100) si posiziona a 49,53 punti evidenziando una variazione positiva rispetto alla rilevazione di giugno (47,68 punti) e di dicembre 2023 (48,57 punti).
- Il giudizio migliora in modo sostanzialmente equivalente per i comportamenti di pagamento dei debitori privati e dei debitori pubblici.
- Nelle transazioni B2B, migliorano in modo più evidente la previsione, nei contratti di fornitura, di tassi di interesse di mora non inferiori a quello legale (+6,9 punti rispetto a giugno) e l’attenzione alle conseguenze dei propri comportamenti in relazione alla nuova definizione di default EBA e alla propria posizione in Centrale dei Rischi (+6,7 punti).
- I debitori privati sono altresì più propensi rispetto alle precedenti rilevazioni a risarcire i costi di recupero in caso di ritardato pagamento (+4,4 punti, livello complessivo comunque basso) e nella disponibilità a fornire le informazioni richieste (+4,1 punti).
- Fra i pochi profili su cui i giudizi riflettono dei peggioramenti da parte dei debitori privati, si segnala una minore trasparenza nella comunicazione preventiva di eventuali condizioni e requisiti per approvare e pagare una fattura (-7,1 punti).
- Nel caso delle transazioni B2PA, le valutazioni delle società intervistate mostrano un andamento di progressivo miglioramento nel confronto con le precedenti rilevazioni, che si traduce in un giudizio complessivo pari 43,26 punti contro 41,28 a giugno e 41,83 a dicembre scorso.
- I miglioramenti più marcati nei rapporti commerciali fra il debitore pubblico e i suoi creditori si manifestano in particolare in una maggiore disponibilità dell’ente pubblico nel prevedere nei contratti di fornitura tassi di interesse di mora non inferiori a quello legale (+11,1 punti) e nel motivare l’eventuale rifiuto della cessione (+7,6 punti).
- I debitori pubblici appaiono meno inclini a indicare puntualmente le fatture pagate (-7,2 punti) e a concordare nei contratti di fornitura termini di pagamento, non superiori ai 30 giorni, ovvero 60 giorni ove applicabile (-2,6 punti).
- Tra le aree di miglioramento nelle transazioni B2B emerge la scarsa tempestività nell’avviso dei ritardi di pagamento da parte del debitore privato e, nelle transazioni B2PA, la poca attenzione per la definizione di default EBA in relazione alle abitudini di pagamento.