Un utilizzo del factoring a 360° gradi per SACMI
Per SACMI, un’impresa d’eccellenza nell’automazione industriale nei settori della Ceramica, del Packaging, dei Materiali Avanzati, il factoring è sinonimo di autofinanziamento ed efficientamento dei processi
Dall’incontro con Giovanni Campolungo, Chief Financial Officer di SACMI, abbiamo l’occasione di conoscere e raccontare una realtà nata in Italia, a Imola, nel 1919 dall’iniziativa di 9 meccanici per svolgere lavori di riparazione meccanica di “locomobili, trebbiatrici, macchine agricole e vinicole” e diventata oggi un’eccellenza mondiale nell’automazione industriale per diversi settori fra cui, in particolare, Ceramica (Tiles, Sanitario e Stoviglieria), Packaging, Materiali Avanzati.
SACMI è un gruppo industriale multi-business, presente in 27 Paesi nel mondo con più di 70 società di produzione, distribuzione e servizio e oltre 5.200 dipendenti, gestito in forma di cooperativa che opera in diversi settori fornendo macchine e impianti.
Parliamo quindi di un gruppo internazionale importante con una storia di crescita e successi lunga 105 anni, un patrimonio netto di oltre 880 milioni di euro e ricavi nel 2023 superiori ai 2 miliardi di euro.
SACMI è caratterizzata da una forte impronta tecnologica e innovativa, con una quota di investimenti rilevante destinata alle attività di ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di ottenere materiali sempre più avanzati e processi sempre più efficienti ed evoluti. Oggi la società sta investendo molto anche in digitalizzazione e intelligenza artificiale ed è fortemente orientata nella direzione della crescita sostenibile, puntando a materiali innovativi e con produzione a ridotte emissioni e utilizzo di combustibili alternativi a quelli fossili.
Dal punto di vista strategico, pur mantenendo il cuore della produzione e delle attività a maggiore valore aggiunto in Italia, SACMI ha scelto di disporre di sedi produttive diffuse nel mondo, complete di magazzino ricambi e assistenza tecnica in loco per offrire ai clienti un servizio completo e tempestivo, dalla progettazione alla manutenzione, per essere non semplici fornitori ma veri e propri partner. Questo denota grande attenzione alla clientela che si manifesta anche nello sforzo continuo di semplificazione dei processi di gestione amministrativa.
Medesima attenzione è rivolta alla filiera dei fornitori (composta da oltre 2.000 imprese), rispetto ai quali è fondamentale per SACMI sviluppare sistemi operativi e gestionali fortemente dematerializzati, digitalizzati e ottimizzati per facilitare il monitoraggio, ridurre la complessità e i costi di processo. In questo ambito la società è pioniera delle piattaforme di gestione del ciclo attivo e passivo, attivate storicamente con sistemi OCR per leggere le fatture in pdf ed evolute con la gestione della fatturazione elettronica.
Il gruppo SACMI presenta dunque volumi di fatturato crescente distribuito in tutti i paesi e settori in cui opera e un network di clienti e fornitori molto diffuso e diversificato. Ciò implica risvolti significativi in termini di gestione operativa e finanziaria e la necessità di gestire con attenzione le implicazioni degli effetti esogeni che caratterizzano l’andamento di tali mercati.
La gestione del capitale circolante è quindi un tema cruciale per SACMI che, come realtà di impiantistica industriale anche customizzata, presenta cicli finanziari lunghi e che, fra l’altro, come società cooperativa, non può fare ricorso a capitale di rischio di terzi. SACMI, pertanto, sostiene il processo di crescita con l’autofinanziamento e con dinamiche di filiera produttiva che consentono la ripetibilità e la continuità dei rapporti.
È in questo contesto che si inserisce l’utilizzo del factoring che per SACMI risulta essere determinante con riferimento sia al ciclo attivo che al ciclo passivo. Il ricorso allo strumento factoring consente infatti di tenere il capitale circolante molto contenuto, soprattutto in considerazione della complessità dei processi produttivi dell’impresa che possono portare a cicli finanziari anche molto lunghi in relazione ai cicli di produzione e stoccaggio prodotti e successivo assemblaggio per il cliente (make to stock e assembly to order) e lavorando con una clientela presente in paesi esteri molto complessi (es. Africa, Sud Est Asiatico) che richiedono, sovente, tempi di pagamento molto dilazionati (anche fino a 5 anni).
Per la gestione del ciclo attivo, in merito ai crediti più a lungo termine a livello internazionale, viene combinato l’utilizzo di strumenti assicurativi, tramite collaborazioni con le Export Credit Agency che riescono ad offrire polizze anche con la copertura di specifici rischi territoriali a livello geopolitico, con operazioni di cessione del credito tramite la voltura del beneficio di polizza a favore del partner finanziario.
I crediti più a breve termine, invece, vengono smobilizzati tramite cessioni a titolo definitivo (modalità Pro soluto IAS compliant) con valuta locale in modalità revolving attraverso affidamenti di clienti selezionati per un plafond complessivo di circa 50 milioni di euro, generando contemporaneamente: un effetto positivo in termini di abbattimento del circolante a pochi giorni, un significativo miglioramento della posizione finanziaria netta e l’eliminazione dei rischi sottostanti. I crediti a breve presentano una durata media che varia dai 30 fino a massimo 90 giorni e sono vantati dalle società estere del network del Gruppo che offrono ricambi ai clienti in loco.
“Nell’ambito della gestione del ciclo passivo – aggiunge il dott. Campolungo – la nostra azienda è stata una delle prime in Italia a capire l’importanza di sostenere e proteggere la propria filiera produttiva attraverso l’adozione di un programma di reverse factoring, avviato con Bper Factor fin da metà anni 2000, che ad oggi genera volumi tra i 100 e 150 milioni di euro all’anno”.
Gli elementi che hanno guidato questa scelta strategica si possono sintetizzare in due punti principali: da un lato, la possibilità di utilizzare il rating finanziario di SACMI per i fornitori strategici italiani che rientrano nel programma e permettere quindi una maggiore facilità di accesso al credito ad un minor costo e, dall’altro, la dematerializzazione dei processi operativi attraverso l’utilizzo delle piattaforme digitali messe a disposizione da Bper Factor che ha ridotto notevolmente i costi gestionali di natura contabile-amministrativa e permesso di canalizzare risorse verso attività a più alto valore aggiunto, rendendo lo strumento più competitivo e profittevole, non solo per SACMI ma anche per i fornitori e la controparte finanziaria.
Determinante per il successo dell’operazione è stato, fin dai primi tempi dell’accordo, il buon livello di dematerializzazione nei processi di SACMI e l’integrazione dei sistemi gestionali Erp con la piattaforma di Bper Factor che ha agevolato lo sviluppo e il consolidamento dell’operatività.
Nell’arco degli anni si è assistito ad un’evoluzione dell’utilizzo dello strumento di reverse factoring da parte di SACMI. Durante il periodo Covid, per esempio, avere avuto già funzionante un programma di Supply Chain Finance ha certamente contribuito a proteggere la filiera dei fornitori e non avere particolari ripercussioni nelle catene del valore per gli approvvigionamenti; al contempo però si era reso necessario e vitale per SACMI allungare i tempi di pagamento attraverso una operatività di tipo maturity. Ad oggi l’azienda ha deciso di individuare scelte alternative a questo tipo di accordi maturity con il factor, sia per l’entrata in vigore dei nuovi principi contabili internazionali relativi alla rendicontazione della SCF da parte dei buyer che per scelta strategica, trasformando queste dilazioni temporali a livello strutturale negli accordi commerciali stipulati direttamente con i propri fornitori.
Per SACMI quindi il factoring è un importante strumento di autofinanziamento ed efficientamento dei processi che presenta diversi vantaggi e anche alcune possibili criticità nella fase di adozione che vanno opportunamente gestite. Per il dott. Campolungo,
“il principale vantaggio è innanzitutto quello di riuscire a lavorare con un capitale circolante sempre stabile e contenuto mentre la maggiore difficoltà – ormai superata – è stata quella di far comprendere, gradualmente nel tempo, alla nostra filiera di fornitori i benefici dell’utilizzo del factoring in modo strutturale e continuativo all’interno della gestione operativa aziendale, come ad esempio l’efficientamento e la dematerializzazione dei processi che hanno contribuito a un minore costo complessivo dell’operazione e reso lo strumento maggiormente competitivo rispetto ad altri prodotti finanziari”.