Commissioni tecniche in Assifact: Marina Corsi e i lavori sui controlli interni

Marina Corsi è Presidente dell’Organismo di Vigilanza 231 in BFF Banking Group e Coordinatrice della Commissione Controlli Interni Assifact. La abbiamo intervistata per raccogliere le sue riflessioni sulla missione della Commissione, alla luce del ruolo fondamentale delle funzioni di controllo per contrastare il fenomeno delle frodi e incentivare il rinnovo dell’analisi dei rischi

  1. Di quali argomenti si sta occupando la Commissione Controlli Interni di Assifact, che lei coordina?

La Commissione Controlli Interni dell’associazione di categoria degli operatori del factoring ricomprende tre competenze in tema di controlli: controlli di secondo livello, vale a dire sia Compliance sia Risk Management, e controlli di terzo livello, vale a dire Internal Audit. Oggi i lavori della Commissione sono soprattutto concentrati nel dare supporto agli associati su tematiche che hanno avuto una forte evoluzione normativa. Mi riferisco in particolare all’Anti Money Laundry, cioè l’antiriciclaggio, con l’identificazione di nuovi indici di anomalia e schemi di comportamenti anomali per il settore del factoring, e con nuove soluzioni organizzative a presidio della responsabilità AML. E poi alla survey in tema di presidi e controlli AML nell’ambito di cessioni di crediti fiscali derivanti da bonus edilizi e cessioni rivenienti da transazioni commerciali connesse a progetti PNRR oggi in corso di condivisione, nonché alla normativa in materia di esternalizzazione, e agli approfondimenti previsti in tema di rischi climatici e ambientali. Infine, un altro tema di rilievo è l’aggiornamento della circolare tecnica in tema di responsabilità amministrativa degli enti ossia il D. Lgs. 231/ 2001.

 

  1. Qual è, tra i progetti a cui la Commissione Controlli interni sta lavorando, quello che lei ritiene maggiormente complesso, e che necessita di tutte le competenze in tema di controlli?

Un progetto particolarmente complesso, secondo me, è l’aggiornamento della circolare tecnica in tema di responsabilità amministrativa degli enti. La complessità è conseguenza del fatto che in questi ultimi anni abbiamo osservato una grossa espansione del catalogo dei reati in tema di D. Lgs. 231/2001, un diverso approccio alla costruzione dei modelli di organizzazione e controllo che tiene in forte considerazione la mappatura dei processi e la pesatura dei rischi connessi ai potenziali reati in tema di D. Lgs 231 (c.d. Gap Analysis). Inoltre, un altro elemento di complessità deriva dall’applicazione del D. Lgs 231/2001, che ha creato maggiore giurisprudenza di riferimento. La Commissione Controlli Interni ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc, dove sono presenti tutte le competenze in tema di controlli che operano secondo una logica integrata, con un coordinatore del progetto, e dove sono stati identificati e assegnati ai singoli associati delle specifiche tematiche da sviluppare, che saranno poi incluse nell’aggiornamento delle linee guida dell’Associazione. Oggi questo progetto è in corso di predisposizione e la sua finalizzazione è prevista per la fine dell’anno.

 

  1. Come rappresenterebbe il valore aggiunto della Commissione Controlli Interni per gli associati?

Io ritengo che i lavori eseguiti in seno alle Commissioni che operano all’interno della nostra Associazione siano un’ottima opportunità di aggiornamento, approfondimento e conoscenza per gli associati. Relativamente alla Commissione Controlli Interni, in tema di normative, rischi e controlli si possono mettere a confronto interpretazioni, modalità gestionali e applicazioni che possono essere di grande arricchimento, fornendo spunti di riflessione e idee che, nell’ambito della singola realtà potrebbero non emergere così facilmente come, invece, emergono dal confronto con realtà aziendali aventi gradi di complessità differente sia in termini di mercato sia in termini di organizzazione. Parlo anche per esperienza personale. Inoltre, la rete professionale di conoscenze si amplia, e questo significa anche possibilità di confronto e supporto gestionale nell’affrontare i problemi che possono sorgere.

Altro fattore di rilievo è, inoltre, la definizione di best practice nonché di indirizzi comuni molto rilevanti anche nei confronti del Regolatore.

 

  1. Si parla molto oggi di diversity. Lei ritiene che la composizione uomini/donne della Commissione sia paritaria?

Assolutamente sì. Io ho potuto osservare in questi ultimi anni una forte crescita della rappresentanza femminile. All’interno della Commissione Controlli Interni, in particolare, i gruppi di lavoro sono per lo più coordinati da donne.

 

  1. Come vede l’evoluzione della Commissione nei prossimi anni, anche alla luce della digitalizzazione e dell’affermarsi dell’intelligenza artificiale?

Io auspico che si venga a creare all’interno della Commissione una vera e propria community che possa mettere a fattor comune competenze, esperienze e professionalità.

Con l’evoluzione tecnologica le funzioni di controllo avranno a disposizione strumenti sempre più sofisticati, sarà rilevante la velocità di comprensione e adattamento a nuovi contesti in una logica integrata in tema di controlli ma anche di forte specializzazione.