È stato pubblicato sul sito dell’Associazione il rapporto dell’Indagine su qualità, trasparenza e correttezza dei comportamenti dei debitori nelle transazioni commerciali – secondo semestre 2023.
Fra i principali risultati dell’indagine:
- Il secondo semestre del 2023 registra un miglioramento degli indicatori nella maggioranza dei profili indagati rispetto alla prima metà del 2023.
- Il giudizio medio complessivo (su una scala da 1 a 100) si posiziona a 48,50 evidenziando una variazione positiva rispetto alla rilevazione di giugno 2023 (46,57 punti).
- Il miglioramento risulta attribuibile ad un giudizio più positivo rispetto ai comportamenti dei debitori privati e in misura meno marcata anche ai debitori pubblici.
- Nelle transazioni B2B, migliorano in modo più evidente la disponibilità da parte dei debitori a includere nei contratti di fornitura gli interessi di mora e il risarcimento per i costi di recupero in caso di ritardato pagamento e l’inclinazione a riconoscere le cessioni di credito (+9 punti rispetto a giugno), così come una maggiore trasparenza e disponibilità nella comunicazione (+6,5 punti).
- I debitori privati sono altresì più propensi a pagare gli interessi di mora (+6 punti), a riconoscere le fatture cedute (+5 punti) e a saldare puntualmente entro i termini previsti in fattura (+4 punti).
- Fra i pochi profili su cui i giudizi riflettono dei peggioramenti da parte dei debitori privati, si segnala una minore tendenza a motivare eventuali differenze nei tempi di pagamento (-6 punti) e a modificare i propri comportamenti in relazione dell’introduzione della nuova definizione di default EBA (-3 punti).
- Nel caso delle transazioni B2PA, le valutazioni delle società intervistate mostrano un andamento generalmente positivo, che si traduce in un miglioramento del giudizio complessivo (41,83 punti contro 40,48 a giugno).
- I miglioramenti più marcati nei rapporti commerciali fra il debitore pubblico e i suoi creditori si manifestano in una maggiore disponibilità dell’ente pubblico nel concedere le informazioni richieste o imposte dagli obblighi di legge (+9 punti) e nel prevedere nei contratti di fornitura tassi di interesse di mora non inferiori a quello legale (+8 punti).
- I debitori pubblici appaiono più inclini a concordare nei contratti di fornitura termini di pagamento, non superiori ai 30 giorni, ovvero 60 giorni ove applicabile, a non usufruire di provvedimenti che impediscono i pagamenti e a risarcire ai fornitori le spese sostenute per il recupero del credito, comprensive dei danni (+4 punti).
- Nei profili in peggioramento nel B2PA, si registrano le maggiori variazioni negative nel motivare adeguatamente l’eventuale rifiuto della cessione (-6 punti) e nella rinuncia di parte del capitale per il creditore pur di ottenere il pagamento (-5,5 punti).