Longitudine e latitudine del factoring
Come dimostra il professor Pier Paolo Ferrari, nell’articolo che riassume i principali contenuti del Rapporto Ossfin della SDA Bocconi, la performance degli operatori specializzati nel factoring nel 2021 è stata nel complesso piuttosto soddisfacente, in uno scenario generale ed economico non certo favorevole
Le società di factoring hanno fatto registrare un ROE mediamente pari a ben oltre il 7% (le banche nel medesimo anno hanno conseguito un ROE di circa il 6%) pur in presenza di uno spread decrescente. In particolare, le 5 società “top performer” hanno avuto una redditività del patrimonio compresa tra l’8,80% e il 31,80%. In effetti il factoring si è dimostrato nel tempo uno strumento in grado di soddisfare le esigenze della clientela, longitudinalmente seguendone l’intero ciclo di vita finanziario.
Esso prende, infatti, in carico la gestione del capitale circolante, valorizzando la qualità dei crediti e dei clienti dell’impresa, ben prima dell’ingresso dei finanziatori tradizionali, quando ancora i fondamentali sono inadeguati allo standing creditizio tradizionale.
Il factoring può essere un supporto prezioso, come si sta dimostrando nei tempi più recenti, anche nelle fasi meno favorevoli del ciclo di vita aziendale, in momenti di difficoltà finanziaria o di vera e propria crisi quando, ancora una volta, gli strumenti di finanziamento tradizionale possono non essere efficaci.
Anche la latitudine del factoring è destinata ad ampliarsi, tenuto conto del suo coinvolgimento lungo l’intera filiera finanziaria dell’impresa anche nell’ottica della sostenibilità, come emerge dall’articolo di Luca Greco “Criteri esg e filiera sostenibile: verso un nuovo modello di supply chain”.
Una visione allargata anche alla dinamica finanziaria complessiva dell’impresa, ivi comprese le opportunità offerte dal mercato dei capitali, ben descritte nell’intervista ad Anna Lambiase, è dunque imprescindibile.