21 febbraio 2017 – Il factoring sfiora la doppia cifra: +9,53% nel 2016
Dai dati Assifact di fine anno segnali confortanti per l’economia italiana. In forte crescita anche i crediti in essere (+6,12%) e i corrispettivi erogati alle imprese (+8,43%). I livelli di sofferenze e di crediti deteriorati si mantengono contenuti e molto più bassi rispetto ad altre forme di finanziamento. Il mercato italiano del factoring si è reso protagonista negli ultimi mesi del 2016 di un’accelerazione che lo ha portato a superare ampiamente le previsioni positive dei suoi stessi operatori e a chiudere il 2016 con una crescita anno su anno che sfiora la doppia cifra: dalle prime statistiche elaborate da Assifact, l’Associazione Italiana per il Factoring, risulta infatti per il 2016 un volume d’affari complessivo (turnover) di oltre 200 miliardi di euro, con un incremento del 9,53% rispetto al 2015.
Rispetto alle previsioni già positive formulate dagli operatori del settore nel corso dei i sondaggi svolti nell’ultimo trimestre 2016, il dato finale ha quasi raddoppiato la stima.
“Si conferma il ruolo fondamentale del factoring, un business che rappresenta circa il 12% del Pil, -afferma il Segretario Generale di Assifact Alessandro Carretta – nel sostegno finanziario alle imprese italiane protagoniste del ritorno al segno positivo della crescita economica”.
Le elaborazioni statistiche di Assifact segnalano in aumento tutti i valori che misurano la forza del mercato del factoring: al 31 dicembre 2016 l’ammontare dei crediti in essere (outstanding) fa registrare un +6,12% rispetto a 12 mesi prima e i corrispettivi erogati alle imprese un +8,43%.
La forte crescita del factoring nel 2016 è avvenuta senza compromettere i livelli di sofferenze e di crediti deteriorati, che sono rimasti contenuti e molto più bassi rispetto ad altre forme di finanziamento alle imprese. In particolare, la quota di sofferenze, calcolata rispetto al totale lordo delle esposizioni per factoring, è pari al 3,20%, sostanzialmente in linea con l’anno precedente; mentre la percentuale di crediti deteriorati, pari al 6,67%, è addirittura inferiore al 2015.
Vedi anche: Comunicato stampa del 21 febbraio 2017