Crescita, inflazione e catene del valore: quali scenari per il factoring?

Il factoring dimostra la propria resilienza e flessibilità reggendo il colpo nel 2020 e supportando la ripresa dell’attività economica nel 2021. Per il 2022 si attende nuovamente uno sviluppo positivo, coerentemente con l’andamento dell’economia del suo complesso. Permangono numerose incertezze connesse allo scenario globale

Nel corso del 2021 la condizione sanitaria e quella economica a livello globale hanno dato segnali importanti di ripresa, soprattutto nel corso del secondo trimestre, seppur con un lieve rallentamento registrato nel terzo trimestre causato da una molteplicità di fattori come: l’evoluzione disomogenea delle campagne vaccinali, il blocco delle catene di valore per gli approvvigionamenti e la crescita progressiva del tasso di inflazione.

In Italia, le misure introdotte dal Governo in risposta alle problematiche indotte dalla pandemia hanno consentito alle imprese di accumulare abbondanti livelli di liquidità, alimentati anche dal miglioramento dei flussi di cassa generato dagli sviluppi congiunturali. In conseguenza, la domanda di prestiti alle società non finanziarie ha registrato un rallentamento nell’estate 2021, che si è riflesso in una dinamica dei prestiti più contenuta dopo l’accelerazione registrata nel corso del 2020. Nello specifico, i prestiti a breve termine hanno risentito maggiormente della situazione generale e dell’abbondante liquidità accumulata dalle imprese, evidenziando una progressiva contrazione anche nel corso del primo semestre del 2021. Nel corso dell’estate si evidenzia un rallentamento del declino delle forme di finanziamento a breve termine, che restano comunque su valori inferiori di oltre il 30% rispetto ai valori pre-pandemici (febbraio 2020).

L’attuale contesto italiano vede una riduzione significativa dei contagi da Covid-19 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie ai numerosi interventi del Governo per promuovere la campagna vaccinale, e questo ha agevolato la robusta ripresa economica del Paese, a partire dalla primavera scorsa, contribuendo a consolidare sempre di più le stime di crescita del PIL italiano per la chiusura dell’anno 2021 (tra il 5 e il 6% per il PIL reale).

In questo scenario, il mercato del factoring, dopo aver registrato nuovamente nel primo trimestre uno sviluppo negativo, ha accelerato fortemente nel secondo trimestre anche in considerazione dei livelli di partenza straordinariamente bassi del 2020 (+36% ad aprile e +48% a maggio i tassi di crescita del turnover mensile), per poi rallentare lievemente ma progressivamente sino a registrare, in settembre, una crescita cumulata del 10,27%.

In generale gli indicatori predittivi maggiormente allineati all’evoluzione del mercato, nei primi nove mesi dell’anno 2021, sono stati la produzione e il fatturato industriale delle imprese (Fonte ISTAT). Nel caso italiano, lo scenario di previsione per il 2022 è influenzato, oltre che dalle variabili di carattere globale sopra richiamate, anche dagli impulsi attesi dall’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In particolare, nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF), a seguito della revisione della scansione dei flussi nel secondo triennio, si attende che gli impulsi del PNRR possano manifestarsi in modo nettamente superiore nel 2024 rispetto al 2022 e al 2023. In considerazione dell’eccellente andamento registrato nel 2021, le attese di chiusura per l’anno in corso sono incrementate dal 4,5 al 6%, mentre le attese di crescita per il 2022 sono ridotte (in funzione della suddetta revisione del PNRR ed in particolare del più elevato punto di partenza) dal 4,8 al 4,2%, raggiungendo un livello superiore al 2019.

Per la chiusura dell’anno è stato proiettato un intervallo di previsione per il turnover che si colloca fra +9,45 e +11,67%. Con riferimento al 2022, utilizzando per la stima la proiezione dell’andamento del rapporto factoring/PIL, influenzato oltre che dall’andamento del mercato del factoring anche dalla dinamica effettiva del PIL a valori nominali, si stima un tasso di crescita atteso del turnover che oscilla in un intervallo compreso tra +5,80 e +10,88%. Tale intervallo tiene conto delle stime sull’andamento dell’economia italiana sia per il 2021 che per il 2022 considerate per l’analisi, convergenti verso un intervallo del +5/+6%, che riflettono la positività delle previsioni sulla ripresa economica italiana, nonostante le incertezze e i rischi previsti per la fine del 2021 e tutto il 2022.

Il valore medio interpolato delle stime ottenute suggerisce la possibilità di una crescita ancora positiva per l’anno 2022 (+8,32%), in linea con le attese per l’attività economica italiana nel suo complesso dopo il rimbalzo del 2021.

Gli Associati si attendono per il quarto trimestre 2021 un andamento ancora positivo, in linea con la chiusura effettiva del terzo trimestre e le proiezioni factoring/PIL, e pari a +9,66% in termini di turnover.

Più contenuta la crescita attesa per outstanding (+3,62%) e impieghi medi (+1,25%).

Oltre l’85% degli Associati si attende uno sviluppo positivo per le proprie società per il prossimo anno. A livello di mercato complessivo, per il 2022 l’aspettativa media in termini di turnover è pari a +8,27%.

In generale, il mercato del factoring ha dimostrato resilienza durante le fasi più acute della crisi e capacità di supporto ai primi segnali di ripresa. Pur consapevole dei rischi che possono rendere più fragile la crescita dell’economia, l’industria del factoring è quindi fiduciosa di poter continuare a svolgere il proprio ruolo sia di “volano” della crescita, in caso di accelerazione dell’economia anche in risposta agli impulsi del PNRR, sia di supporto alla liquidità delle imprese anche negli scenari più pessimistici.

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