Il factoring nel 2022: lo scenario e qualche riflessione
Il panorama attuale è dominato dalle minacce connesse all’evoluzione dell’emergenza sanitaria e alle opportunità derivanti dall’auspicato consolidamento della ripresa economica
Nei mercati finanziari i principali interrogativi riguardano le previsioni sulla dinamica attesa dei tassi d’interesse, che dipenderà naturalmente dall’atteggiamento delle banche centrali e dall’attendibilità delle stime attuali sul procedere dell’inflazione che, a sua volta, è fortemente condizionata dalle aspettative degli operatori.
In questo contesto decisamente complesso il factoring si presenta vicino al bilancio di fine 2021 avendo dato prova della propria resilienza alla crisi, confermata dagli ultimi dati storici disponibili e dalle previsioni di chiusura dell’anno e attese per il 2022, contenute nell’indagine Forefact presentata in questo numero da Diego Tavecchia.
L’attenzione dell’industria del factoring, come accade per le banche, è rivolta ai nuovi termini “simbolo” della recente evoluzione del sistema finanziario (quali ESG, LOM, DoD, FinTech) ed economico (PNRR), ma non mancano preoccupazioni “vecchie”, connesse per esempio alla vicenda interminabile della cessione dei crediti verso la PA, descritta nell’articolo del prof. Marco Macchia, da collocare anche nel quadro delle iniziative e proposte legislative e regolamentari che ci hanno accompagnato quest’anno, presentate da Nicoletta Burini.
La rilevanza dei cambiamenti è tale da comportare probabilmente anche qualche riflessione sul permanere della validità dei consueti paradigmi che hanno contraddistinto lo sviluppo del factoring nei principali mercati di riferimento.
Come sta cambiando la domanda di factoring da parte delle imprese? Il factoring, tradizionalmente rivolto alle imprese sane e in crescita, può essere una risposta ai fabbisogni delle imprese in crisi e/o in via di risanamento? La natura asset-based del factoring, strettamente connesso alle vicende del capitale circolante della clientela, è un baluardo efficace verso le frodi, che risultano in generale in aumento anche nel sistema finanziario in relazione all’andamento dell’economia reale?
La recente attenzione delle autorità internazionali, che vigilano sui sistemi finanziari e sullo shadow banking, che di per sé non ha nulla a che vedere con le banche e gli intermediari finanziari vigilati, avrà effetti positivi sul livellamento della concorrenza anche nei mercati dove si negoziano i crediti d’impresa oppure creerà ostacoli alla continuità dell’offerta di finanziamento delle imprese? Lo sapremo, forse, il prossimo anno…