Il factoring mondiale fra pandemia e ripresa
FCI ha presentato il rapporto statistico preliminare relativo al mercato mondiale del factoring nel 2020. Secondo i primi dati l’industria del factoring risente della crisi pandemica, mostrando un calo generalizzato nella maggioranza dei paesi del mondo. In Italia si intravede una buona ripresa del settore, soprattutto da marzo dell’anno in corso, in linea con il rimbalzo del fatturato industriale.
Il 21 aprile FCI ha pubblicato i dati preliminari del mercato mondiale del factoring nel 2020, i quali mostrano gli effetti della crisi pandemica a livello globale. L’impatto in termini di volumi è stato differente per ogni paese a seconda delle misure specifiche adottate a contrasto della diffusione del Covid-19, ma nella maggioranza dei casi, a parte qualche eccezione, si registra una contrazione generalizzata del turnover rispetto al 2019, certamente trainata dal notevole calo del PIL per i paesi che hanno risentito maggiormente della crisi.
In termini di turnover cumulativo, possiamo notare un decremento dei volumi al termine del 2020, dopo oltre un decennio di costante crescita, a livello mondiale, europeo e domestico, con un calo maggiore, in termini di variazione anno su anno, per il contesto italiano.
L’Europa, maggior contribuente a livello internazionale con circa il 68% del totale a fine 2020, mostra un calo complessivo vicino al 7%, attestandosi secondo le prime stime a 1.824 miliardi di euro di turnover. La stragrande maggioranza dei paesi europei ha registrato una crescita negativa, con alcune eccezioni positive come i Paesi Bassi, Romania e Ungheria.
La seconda area in termini di dimensione del mercato rimane quella della regione Asia-Oceania, con un peso relativo del 26%, con una sostanziale tenuta dei volumi che presentano un lieve aumento rispetto al 2019 del 1,4%, passando da 687 a 697 miliardi di euro.
L’Africa, dopo la buona crescita negli ultimi anni, prosegue il trend con una leggera crescita di circa il 3%, mantenendo volumi molto contenuti rispetto agli altri continenti.
Il centro-sud America è l’area con i dati maggiormente negativi a livello mondiale, registrando un calo, secondo le prime stime, del 37% rispetto al 2019. I paesi che hanno risentito maggiormente della crisi pandemica in atto in tale area sono stati Brasile, Perù e Cile. Segue lo stesso andamento anche il Nord America con un decremento più contenuto, del 23%, sempre in termini tendenziali, risentendo notevolmente della forte crisi del commercio al dettaglio nell’area soprattutto nella prima metà dell’anno 2020.
FCI osserva infine un forte deprezzamento delle principali valute mondiali rispetto all’euro nel corso del 2020, che ha interessato in particolar modo il dollaro; pertanto, i cali registrati devono essere valutati anche in considerazione dell’effetto dei tassi di cambio.
Alla fine del primo trimestre 2021 i dati del mercato del factoring italiano, nonostante i principali indicatori siano ancora tutti negativi, ci mostrano i primi segnali di ripresa in termini di volumi: il turnover del solo mese di marzo per la prima volta da inizio pandemia chiude con segno positivo (+0,56%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
La ripartizione territoriale del turnover rispetto al cedente mostra l’evidenza di una concentrazione, consolidata negli anni, a livello regionale in Lombardia e Lazio, con una penetrazione complessiva di entrambe le regioni, rispetto al totale del mercato nazionale, di oltre il 60%.
Con riferimento alla dimensione della clientela cedente, il mercato del factoring serve numerose piccole e medie imprese, raggiungendo quasi le 21 mila unità a fine del primo trimestre 2021.
Analizzando il tasso di variazione tendenziale del turnover cumulativo in riferimento ai primi trimestri degli ultimi 5 anni, si osserva come nel corso della pandemia siano state proprio le imprese di dimensioni minori a soffrire maggiormente della crisi economica rispetto a quelle più grandi e che il rimbalzo avvenuto alla fine del primo trimestre dell’anno in corso abbia interessato in particolar modo le PMI, facendo registrare un’ottima performance con un +16,68% in termini di volumi di crediti ceduti alle società di factoring.
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